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La fabbrica dei Sogni - 2004 Arte e Reportage

Nel 2004 fui incaricata dal Comune di Buonconvento, dove vivevo nelle mie pause dall'intensa attività Milanese e Belga, per un reportage fotografico finalizzato a una mostra sulla Costruzione dei carri del Carnevale del Borgo Toscano.
Proposi al all'ora Assessore Angelo Cappuccia un progetto differente dalla solita mostra bidimenzionale.
Chiesi di poter effettuare il reportage con una tecnica particolare volendo sviluppare un concept basato su alcune parole chiave:
sogno, percezione, maschera, comunità.
Chiesi poi di fare una istallazione che fosse interattiva e che coinvolgesse lo spettatore, tipico di molti miei lavori.
Sarebbe stato realizzato anche un catalogo e un dvd per il Comune, dell'aspetto grafico si sarebbe occupato Ghesio della Arti Grafiche di Montalcino, che mi ha sempre sostenuta anche finanziando alcuni miei progetti, e al quale devo molti grazie.
Il progetto fu accettato.
Per circa tre mesi passai le mie serate negli spazi dei quartieri adibiti alla costruzione dei carri.
Erano luoghi affascinanti resi eccezionali dalla passione degli artigiani e dalla loro creatività.
Studio percezione dal 2001 e in quel periodo ero attratta dalla visione e dal suo processo: come il nostro cervello impara a vedere, come percepisce i colori, a cosa da priorità.
Mi rendevo conto che era molto difficile rendere l'atmosfera di sogno che si viveva nei cantieri la notte, alla luce di fievoli lampadari, davanti ai bracieri delle forge, rendere unione di intenti che univa quei gruppi di lavoratori.
Così decisi che dovevo unire tutte queste cose e regalare immagini molto emozionali, che potessero sia far riflettere sulla percezione che raccontare il sogno in cui mi sembrava di vivere.
Lavorai moltissimo sul mosso poi in post produzione mi concentrai sul discorso della percezione: avrei tolto dei canali di colore alle immagine e fatto indossare delle maschere che compensavano questa mancanza.
Poi avrei creato un percorso tipo un labirinto da seguire per metà con la maschera e per metà senza, così da far vedere la differenza, per rendere cosciente la visione.
Ne usci un lavoro molto particolare.
I visitatori si divertivano e si soffermavano sulle immagini chiedendo e confrontandosi con me.
Ci furono ovviamente anche delle critiche ma fui molto felice che invece i soggetti fotografati accolsero il progetto e lo sostennero.
Qui alcuni scatti dell'istallazione e del catalogo.
Il mio lavoro artistico ha sempre alla base la ricerca sull'immagine e il suo rapporto con l'uomo.





























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